American beauty: la bellezza, la felicità e il ricordo
Questa non sarà una classica recensione, ma una confessione su quello che mi ha colpito di più di questo meraviglioso film di Sam Mendes, American Beauty.
L'aspetto che ha attirato la mia attenzione in questo film è la ricerca della bellezza. Una bellezza che a volte sembra perduta, irraggiungibile, inafferrabile, così nascosta da sembrare invisibile e inesistente.
Eppure, come dimostrano i personaggi di questo film, la bellezza non è assente. Esiste, anche se in piccola misura, nelle vite di questi personaggi, persone senza passione, senza scopi. A tratti, le loro sembrano vite vuote, senza aspettative sia per loro, sia per lo spettatore.
Ognuno di loro si attacca alla superficie, non prova ad andare oltre le apparenze.. si lasciano sopraffare dalla materialità delle loro esistenze.
La coppia di Lester e Carolyn ha perso la passione che nutrivano un tempo l'una per l'altra. Pensano che ormai si sia estinta completamente e cercano la loro libertà e il riscatto per la loro ''repressione'' in due amori extraconiugali: Carolyn con un suo collega più fortunato di lei nel campo delle vendite immobiliari, Lester con una ragazzina della stessa età della figlia, Angela.
Angela è la classica cheerleader del liceo, un'adolescente che mente a tutti dicendo di essere stata tante volte a letto con numerosi uomini, si vanta di essere esperta, perfetta, e non ha sentito mai sentirsi dire il contrario.
Questi personaggi cercano la loro soddisfazione nel modo più semplice e materiale possibile, ma quando pensano di aver trovato il loro riscatto, ecco che arriva la verità che butta giù tutte le maschere dei protagonisti. Il loro più grande incubo: far vedere quanto sono fragili. Angela, per esempio, deve confessare di non essere assolutamente esperta, come voleva far credere a tutti, e che la maschera da vincente che aveva costruito con tanto sacrificio non era null'altro che falsità.
Lester è un personaggio interessante perché le sue insoddisfazioni sono sfogate nel più umano e realistico dei modi: la fantasia, i sogni. Le immagini che la sua mente produce e che hanno per protagonista Angela lo allontanano dai problemi e la realtà che tanto detesta, facendogli vivere degli instanti di pura felicità. Oltre Angela, i protagonisti incontrastati delle sue fantasie sono numerosi petali rossi della varietà American beauty, un ibrido che dà il nome al film.
Ma la ricerca della bellezza compiuta dagli adolescenti Jane, la figlia di Lester e il vicino di casa della famiglia, Ricky, risulta essere ancora più profonda.
Ricky ha capito come catturare la felicità. Grazie alla sua passione per le videocamere, capisce che congelare i momenti è il modo migliore per fermare la bellezza passeggera, effimera ed evanescente.
I fenomeni naturali e circostanti lo colpiscono a tal punto da creare in lui una sorta di connessione profonda con ciò che esiste intorno a lui e questo lo sconvolge e lo emoziona. In lui, è addirittura troppo forte la constatazione che ci sia troppa bellezza nel mondo, e, come dice nel suo monologo più struggente, anche se imprimerla in video è "povera cosa", lo aiuta a ricordare. Ricordare è importante.
Questa sua passione, è vero, a volte lo porta a compiere azioni inconsuete, come riprendere scene di vita privata dei vicini o riprendere animali morti. Tutto ciò lo rende strano agli occhi degli altri, come Angela, che lo considera uno sfigato e una persona che a parer suo sarebbe meglio non frequentare.
Mentre Jane si innamora di lui proprio perché è diverso dagli altri, lo capisce a fondo ed è talmente affascinata dal suo modo di vedere la vita che decide di abbracciare totalmente la sua filosofia di vita.
Ogni film mi porta un messaggio che mi arricchisce. Il messaggio che porto con me dopo la visione di questo film, di cui consiglio vivamente la visione, è che non bisogna farsi affogare dalle infelicità e le delusioni della vita; bisogna, piuttosto, vivere trovando il proprio concetto di bellezza, connettersi, e trovare la poesia, l'essenza di alcuni eventi, dei momenti che viviamo.Accettare le proprie imperfezioni, senza dimenticare che dagli errori possiamo imparare e possiamo costruire una esistenza serena nel limite delle nostre possibilità, ma serena.
Spoiler allert! Monologo finale:
Ho sempre saputo che ti passa davanti agli occhi tutta la vita nell'istante prima di morire. Prima di tutto, quell'istante non è affatto un istante: si allunga, per sempre, come un oceano di tempo.
Per me, fu... lo starmene sdraiato al campeggio dei boy scout a guardare le stelle cadenti; le foglie gialle, degli aceri che fiancheggiavano la nostra strada; le mani di mia nonna, e come la sua pelle sembrava di carta. E la prima volta che da mio cugino Tony vidi la sua nuovissima Firebird. E Janie, e Janie... e Carolyn.
Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare.
E poi mi ricordo …di rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta.
E dopo scorre attraverso me come pioggia, e io non posso provare altro che gratitudine, per ogni singolo momento della mia stupida, piccola, vita. Non avete la minima idea di cosa sto parlando, ne sono sicuro, ma non preoccupatevi: un giorno l'avrete.
-Lester